
Con l’introduzione del nuovo Codice della crisi d’impresa si avvierà nell’ordinamento italiano un nuovo approccio al controllo di gestione, già proprio dei paesi Anglosassoni, rivolto al monitoraggio, in primis, ed alla valutazione della continuità aziendale,
– proiettando nuovi obblighi in capo agli amministratori di società,
– destinato a stimolare una maggiore comprensione del proprio business ed una più attiva capacità manageriale.
La nuova sfida pertanto, per gli amministratori e per i loro consulenti, è quella di acquisire da subito consapevolezza rispetto alla portata concreta dei nuovi obblighi sugli stessi incombenti, in modo da orientare immediatamente la propria condotta alla luce delle nuove disposizioni normative e da attivarsi prontamente per adempiere alle stesse mediante l’adeguamento della propria organizzazione d’impresa.
Il fulcro della nuova prospettiva legislativa è l’introduzione del secondo comma dell’art. 2086 c.c.
L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.
il dettato normativo impone pertanto:
a) di “istituire un assetto organizzativo”, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa”, rivolto anche (ma non solo) alla “rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale”;
b) di “attivarsi senza indugio” per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.
la nuova disposizione è rivolta a tutti gli amministratori indistintamente, senza distinzione tra amministratori con deleghe o senza.
La problematica immediata che si presenta, pertanto, è connessa alla possibilità effettiva, che deriva dall’introduzione del predetto articolo del Codice Civile, di consentire ed agevolare eventuali azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori qualora le misure da questi adottate risultino non sufficienti o ancor peggio inesistenti.
L’azione di responsabilità sulla base del nuovo dettato normativo non è unicamente attivabile da parte della compagine societaria, ma alla luce dei nuovi obblighi di legge, da ogni soggetto interessato (StakeHolder) all’attività dell’impresa ed alla continuità della stessa.
l’ EARLY WARNING (Allerta Tempestiva) quindi
NON può essere posto sul bilancio ma bensì sul monitoraggio del GOING CONCERN, cioè della CONTINUITÀ AZIENDALE
e quindi sulla costante verifica degli adeguati assetti organizzativi di cui all’articolo 2086 secondo comma.
La continuità aziendale e l’adeguatezza degli assetti organizzativi amministrativi e contabili si misura:
con parametri QUALITATIVI e NON dal bilancio
Le aziende, infatti, muoiono per l’incapacità di evolversi, che dipende da aspetti qualitativi cioè: dall’armonia fra soci e fra amministratori, dall’adeguata soddisfazione dei clienti, di portafogli prodotti che non abbiano in prevalenza prodotti in fase di maturità o decadimento, di adeguata formazione, di adeguata innovazione, di clima aziendale positivo, di fornitori che consegnino nei tempi e nella qualità richiesta, etc… tutte variabili qualitative.
È necessario in Azienda di dotarsi di una metodologia
che misuri con cadenze adeguate (almeno tre mesi) questi aspetti e li pesi fra loro dando poi un risultato, indispensabile agli amministratori per distaccarsi dalla responsabilità delle obbligazioni e all’imprenditore per salvare l’azienda.
Un problema imposto dalla normativa oggi, che però di fatto rappresenta anche un’occasione di crescita che, se inserita in un più ampio obiettivo di sviluppo degli strumenti di misurazione della performance aziendale, consentirà all’imprenditore e più in generale al manager di conoscere e prevedere dinamiche future connesse al proprio business non solo preservandolo dalla crisi, ma stimolandone l’evoluzione, rinnovamento e la crescita.
Conoscere il proprio business = Controllo delle dinamiche che lo governano!
Fabr1ka ha già sviluppato e strutturato un sistema di monitoraggio e valutazione delle performance aziendali e del controllo di gestione in grado di essere utilizzato dal Manager al fine della prevenzione della Crisi d’Impresa ma soprattutto al fine di stimolare l’evoluzione ed la crescita aziendale stessa.