Quando la pianificazione di una corretta strategia, ma soprattutto la velocità con la quale si è in grado di analizzare le situazioni per modificare con successo la propria rotta possono fare la differenza in una sfida imprenditoriale, sportiva ed umana.

La qualità dei dati e la tempestività dell’elaborazioni degli stessi determinano la differenza.
Un parallelo ed interessante spunto di riflessione:

Ali cominciò subito al primo round ad attaccare Foreman. Questa strategia era insolita per Ali, che era noto più per la velocità e la tecnica che per la potenza. Lo scontro ravvicinato avrebbe favorito la forza bruta di Foreman, che poteva contare su un potentissimo colpo in grado di stendere qualsiasi avversario.

Ali sfruttò il suo diretto rapido di destro, colpendo velocemente senza proteggersi con la sinistra, per disorientare Foreman. Questa tattica sorprese Foreman, permettendo ad Ali di colpirlo duramente diverse volte, ma senza danneggiarlo seriamente.

Prima della fine del primo round, Foreman si riprese e cominciò ad assestare alcuni micidiali colpi ad Ali. Foreman era abile a impedire la fuga dell’avversario verso l’esterno del ring:

Ali capì che se avesse continuato a tentare di colpire ed allontanarsi si sarebbe stancato ben prima dell’avversario per cui dovette cambiare tattica.

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A partire dal secondo round, si avvicinò alle corde, appoggiandosi al bordo del ring e opponendo resistenza minima ai colpi di Foreman. Smise di tentare di colpire l’avversario. 

Foreman continuò a colpire con forza, nel terribile calore della mattina africana: Ali si limitava a schivare quando possibile, o a bloccare i colpi rendendoli innocui facendo sprecare energie all’avversario.

Ali opponeva poca resistenza, e cominciò ad assestare colpi diretti e precisi al viso di Foreman. I colpi erano più leggeri di quelli dell’avversario, ma il volto di Foreman in breve cominciò a mostrare i segni dei pugni di Ali.

Durante gli scontri diretti, quando i due combattenti si trovavano corpo a corpo, Ali si appoggiava all’avversario con tutto il suo peso, oppure cercava di tenergli abbassata la testa colpendo sul collo: questa mossa disorientava l’avversario, e potenziava l’effetto dei pugni sulla testa aumentando le possibilità di un knock out.

Ali inoltre durante gli “agganci” provocava continuamente Foreman, sfidandolo a dare pugni più forti, cosa che faceva imbestialire Foreman che accecato dalla rabbia metteva più energia nei colpi.

Dopo alcuni round, Foreman cominciò ad apparire stanco. Il volto era tumefatto dai rapidi pugni diretti e incrociati di Ali, e Foreman appariva sempre più stanco e lento. Foreman all’inizio del quarto round cominciò a barcollare dopo una raffica di colpi subiti, e ancora alla fine del quinto round subì una scarica che lo rese incerto sulle gambe nonostante sembrasse che si fosse ripreso in quel round.

Al sesto round Foreman appariva molto stanco. Ali continuò a provocare l’avversario, con frasi come: «è questo tutto quello che sai fare?», «mi hanno detto che sai dare pugni, George!» .

All’ottavo round, Ali assestò il colpo finale, un gancio sinistro che alzò la testa di Foreman abbastanza per permettergli di tirare un micidiale diretto al viso.

Foreman si immobilizzò, barcollò attraverso mezzo ring e infine si accasciò a terra di schiena.

L’incontro è considerato una delle più grandi dimostrazioni di strategia.


(cronaca dell’incontro tratta da Wikipedia)